Chi sono i Peaky Blinders, la banda criminale di Birmingham. Incontra un pezzo di storia dell’Inghilterra prima di partire per la tua vacanza studio
Per scoprire chi erano i Peaky Blinders dobbiamo immergerci nelle oscure profondità delle strade di Birmingham di fine Ottocento, dove l’eco delle gesta di questa gang risuona ancora oggi. Questo nome, che oggi è tornato alla ribalta grazie al successo di una celebre serie televisiva, non è frutto della pura fantasia degli sceneggiatori, ma racconta di una banda realmente esistita nell’Inghilterra industriale.
Il loro nome, ormai sinonimo di infamia, secondo una leggenda metropolitana deriva dal fatto che i membri della gang cucivano lame di rasoio nelle visiere dei loro cappellini, una pratica tanto barbara quanto discutibile. Un’altra ipotesi suggerisce che il loro distintivo copricapo servisse più che altro a mascherarne l’identità, permettendo loro di sfuggire al riconoscimento durante i loro loschi affari.
Ma, al di là delle teorie sull’origine del loro nome, ciò che colpisce è come “Peaky Blinders” sia diventato un termine che oggi incute ancora timore e una sorta di ammirazione. In effetti, non si può negare che ci sia qualcosa di incredibilmente affascinante in questa banda di ribelli ben vestiti, con i loro cappellini e lo sguardo sfuggente.
Quindi, una cosa resta chiara: i Peaky Blinders hanno lasciato un segno indelebile non solo sulle strade di Birmingham, ma anche nell’immaginario collettivo, diventando un simbolo di ribellione, di stile, e, perché no, di una certa eleganza nel mondo del crimine.
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Il mondo dei Peaky Blinders
Alla fine dell’Ottocento l’Inghilterra industriale era segnata da condizioni di vita difficili e povertà diffusa, un terreno fertile per la nascita di bande come i leggendari Peaky Blinders.
Le condizioni miserabili delle aree urbane, soprattutto nel cuore pulsante dell’industria inglese – pensa alle Midlands e al nord del paese – crearono il palcoscenico perfetto per il dramma umano.
Giovani senza lavoro, con prospettive future pressoché inesistenti, si trovavano a vivere una vita tortuosa, fatta di piccoli furti, rapine e atti criminali vari. Birmingham non era da meno: qui, la cultura giovanile stava diventando sempre più violenta.
E in questo calderone di disperazione e rabbia, nacquero i Peaky Blinders. Non erano solo ragazzini che facevano le bizze; avevano metodo, avevano organizzazione. Dall’oscura Small Heath di Birmingham, questi giovani disadattati iniziarono a scrivere la loro storia di violenza e brutalità, una storia che presto avrebbe catturato l’attenzione e l’immaginario collettivo, tanto da meritarsi le prime pagine dei giornali dell’epoca.
Con un’età che variava dai dodici ai trent’anni, questi non erano i soliti delinquenti di strada; erano metodici, con una struttura gerarchica che sfidava le convenzioni. Tra di loro, figure come Kevin Mooney, si distinguevano per carisma e astuzia.
Birmingham e le bande criminali
Le strade di Birmingham alla svolta del secolo erano scenario di un fervore industriale e teatro di una lotta per il potere tra bande giovanili. Al centro di questo tumulto, i Peaky Blinders si muovevano come veri e propri padroni delle strade, con le loro regole, i loro codici, e un’influenza che si estende ben oltre il sottobosco criminale.
Guidati da figure carismatiche come Mooney, i Peaky Blinders ridefinirono il concetto di controllo territoriale. I loro “land grabs”, vero e proprio simbolo di potenza, erano dichiarazioni di dominio assoluto, specialmente nelle zone di Cheapside e Small Heath, dove la competizione con i Cheapside Sloggers trasformava le strade in veri e propri campi di battaglia.
Come i Peaky Blinders hanno acquisito potere
Ma come hanno fatto i Peaky Blinders a consolidare un tale potere? La risposta è semplice quanto inquietante: corruzione. Avevano al loro servizio figure di spicco dell’economia, della legge e persino della polizia. Avevano creato un sistema in cui la criminalità prosperava ed era essenzialmente intoccabile. Questo rapporto simbiotico con le élite permetteva ai Peaky Blinders di operare con un senso di impunità quasi totale.
Nel 1899, la situazione era talmente fuori controllo che fu presa la decisione di introdurre dei poliziotti irlandesi a Birmingham, nella speranza di contrastare l’inarrestabile ascesa dei Peaky Blinders. Tuttavia, questo tentativo si rivelò inutile, annegato in un mare di corruzione che aveva già eroso l’efficacia della forza poliziesca.
Violenza, corruzione, controllo: con queste armi, i Peaky Blinders riuscirono a esercitare un potere quasi assoluto nelle zone sotto il loro controllo. Economicamente, politicamente e socialmente, erano loro a dettare legge, imponendo la loro influenza in modo così pervasivo da diventare una parte indissolubile del tessuto culturale di Birmingham.
Lo stile dei Peaky Blinders
Al di là della pessima fama, i Peaky Blinders diventarono un simbolo di stile nell’Inghilterra della fine del XIX secolo. Con un look distintivo che li differenziava dal resto della malavita, i membri della gang non passavano certo inosservati.
Dai loro iconici cappellini a visiera piatta, stivali in cuoio, gilet, giacche su misura fino alle sciarpe di seta, i Peaky Blinders indossavano la loro “uniforme” con un orgoglio sfacciato. Ma il loro stile non era solo una questione di estetica; era una dichiarazione di potere, ricchezza e, in un certo senso, una sfida lanciata in faccia alla società.
Il loro abbigliamento, che irradiava lusso e superiorità, fungeva da simbolo del loro status elevato non solo all’interno della gerarchia criminale, ma anche nella comunità. Anche le loro famiglie e donne beneficiavano di questo status, indossando abiti costosi che erano ben oltre la loro portata, segnando così una netta differenza tra “noi” e “loro”.
Le attività del Peaky Blinders
Il loro stile era anche un atto di sfida nei confronti delle autorità. Indossando abiti così riconoscibili, i Peaky Blinders sembravano dire: “Sappiamo che ci potete riconoscere, ma cosa potete fare contro di noi?”. Questa sicurezza derivava dal controllo quasi totale che esercitavano su Birmingham. Un dominio che si estendeva ben oltre il semplice crimine di strada, con attività criminali più sofisticate come contrabbando, rapine, corruzione, estorsioni e frodi.
Questa gang ha dominato la scena criminale di Birmingham con le loro imprese audaci, ma ha anche lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, grazie a personaggi come Harry Fowles, noto come “Baby-faced Harry”. Arrestato nell’ottobre del 1904 per furto, Harry e i suoi complici, tra cui Stephen McNickle e Earnest Haynes, rappresentano solo la punta dell’iceberg di un gruppo che sfidava costantemente la legge. Nonostante le brevi pene detentive, questi individui erano sempre pronti a tornare in strada e ricominciare con il loro stile di vita.
I registri della polizia delle Midlands ci raccontano di una varietà di crimini, dall’aggressione al furto, fino al porto d’armi da parte di giovanissimi come David Taylor, appena tredicenne. Questi documenti sottolineano quanto fosse arduo per le forze dell’ordine mantenere il controllo su un gruppo tanto esteso e in continua evoluzione come i Peaky Blinders.
Al culmine della loro attività, all’inizio del XX secolo, i Peaky Blinders iniziarono a ricevere l’attenzione indesiderata dei Birmingham Boys, un’altra gang determinata a reclamare il proprio spazio nel sottobosco criminale della città. La lotta per il controllo dei circuiti di corse di cavalli segnò l’inizio di un’escalation di violenza che vide i due gruppi fronteggiarsi senza esclusione di colpi.
Con il passare del tempo, le famiglie dei membri della gang decisero di allontanarsi dal centro di Birmingham, cercando rifugio nella campagna lontano dalla violenza urbana. Questo spostamento segnò l’inizio della fine per i Peaky Blinders, furono gradualmente soppiantati dai Birmingham Boys di Billy Kimber. Questi ultimi, tuttavia, ebbero un destino simile, venendo a sua volta scalzati dalla gang dei Sabini negli anni ’30.
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